Valeria Brunelli

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Fiaba come vita

Valeria Brunelli c'introduce nel mondo incantato delle fiabe dove il tempo e lo spazio sono affidati alla legge della vita immateriale. Non a caso si esprime con la leggerezza e la trasparenza dell'acquerello fissando sulla carta, tra buio e luce, i luoghi, le storie, i personaggi. L'immediatezza della tecnica, quel fissare in modo veloce l'idea-fiaba, attraverso il colore, non lascia dubbi: è un momento d'esperienza rivelata in cui convivono le forze del senso e del non-senso, la necessità di agire nel qui ed ora della creazione, di riportare alla luce gli aspetti reconditi del proprio sé. Ci sono alcuni aspetti della vita che solo il sogno può spiegare e solo la fiaba. L'arte di Valeria Brunelli, nasce dall'anelito di rendere accessibile a chiunque gli incanti e la dimensione delle fiabe. Esplora questo territorio andando oltre l'aspetto illustrativo.
Ogni sua opera è legata al contesto narrativo da cui trae origine, ma si propone in tutta la sua autonomia e forza espressiva. La fiaba è per lei un alfabeto congeniale, un linguaggio che le permette di dare voce al proprio vissuto. Il "C'era una volta" presuppone un tempo trascorso, è la memoria, il passato. Ma l'esercizio concreto di fissare sul foglio la sintesi e l'essenza di una narrazione, che ha un inizio e una fine, è un'operazione che avviene nel presente: il racconto così rivive ogni volta che è immaginato e pensato. Apre nuovi scenari, personali e collettivi. La fiaba è per Valeria Brunelli una sorta di "canovaccio" teatrale sul quale poi intervenire liberamente, far fluire emozioni, desideri, stupori e meraviglie. E' un processo che, al pari della creazione, non ha mai fine.

 

Stefania Carrozzini
Critico d'arte, giornalista